2 ottobre 2007

E sento arrivare l'inverno. Sono in bilico come una foglia secca. Che sta aspettando la volata d'aria per staccarsi dal ramo e volteggiare verso terra. Al sicuro, chissà. Il mio umore varia a giorni, spesso a seconda del tempo. Il piede con cui scendo dal letto è sempre quello giusto e non potrebbe essere altrimenti, visto che a sinistra il letto è attaccato al muro. Ma ogni mattina porta lo strascico del giorno precedente. Di un fine serata passato a divorare le righe magiche di Marquez o ascoltare le note impalpabili di Jarret. Entrambi regali di persone lontane, ora anche dalla mia vita. Vivo di favole e grandi sogni. Ma anche di mezz'ore rubate al tempo altrui. Mi sento attrice di teatro, spesso in scena al centro del palco con il pubblico silenzioso uditore ma attento scrutatore, abile critico ma generoso di plauso. E' l'uscita e il ritorno dietro le quinte però a destabilizzare un animo egocentrico come il mio e bisognoso di esclusività. L'amore? Sì credo di averlo trovato. In lidi lontani e sconosciuti. Dalle geografie immense e imperscrutabili. Percorro strade avverse e non sempre asfaltate. Il brivido è l'emozione che quotidianamente mi avvolge. Una centrifuga di sensazioni a trecentosessanta gradi ineguagliabili e che non cambierei per nessuna cosa al mondo, se non - forse - con un po' di quotidianità. Le cose semplici non sono fatte per me. Ma anche in quelle complicate cerco sempre un equilibrio che non deve essere stabile, ma quotidianamente reiterato nel suo reinvertarsi. E io ho deciso di reinventarmi, scegliendo come. E con chi. Ieri, nella miriade di parole spese virtualmente via mail, ho ritrovato i miei limiti ma anche le mie passioni. E forse la vita è davvero qualcosa che va presa per quello che ti dà. Per gli incontri fortuiti che cambiano la tua esistenza, per i mondi lontani che si avvicinano, per le esperienze diverse che collimano, per le anime elette e gemelle che si fondono. Spesso ho chiesto nella mia vita alle persone che incontravo e vedevo felici: come avete capito che era quella o quello giusto per voi? Nessuno in realtà mi ha mai risposto. Ma non perché non lo sapesse. E l'ho intuito solo ora. Solo perché la riposta non può essere razionalmente spiegata. Lo sai. E basta. Perchè lo senti dentro. Lo senti di pancia. Lo senti guardando i suoi occhi. Lo senti respirando il suo odore. Perché da quel momento non esiste altro che lui. E ti guardi intorno. E tutti sono uguali. Nessuno è come te.