25 febbraio 2020

L'insegnamento del giorno.

Amico, ex collega: "Hai fatto un carrierone della madonna"
Mia risposta: "Ma dove?".
Insegnamento: nulla da fuori appare come la vedi te dal "di dentro". A volte è peggio. A volte è anche molto meglio.
Necessito di un cambio di prospettiva.

21 febbraio 2020

Mi serve una spazzola... per le gambe.

Incredibile cosa si possa fare dopo i 40.
Vi assicuro che ho riflettuto a lungo prima di scrivere questo post: ho riflettuto sull'opportunità della messa a nudo di un qualcosa di privato e anche non troppo onorevole, ma di cui sono certa di poter ottenere piena solidarietà femminile. Alla fine, questo è un blog anonimo! Per fortuna.
I quattro chilogrammi assunti da dicembre - ma credo che la molla scatenante sia stata la vita sedentaria - hanno portato con sé la buccia d'arancia. Malefica buccia d'arancia.
Sarà l'età ma, se anni fa in un paio di settimane tornavo allo status quo ante, ora i tempi di recupero si sono sensibilmente dilatati.
Quindi ho googlato.
Ho provato creme di ogni marca, odore e tipo, la favolosa Somatoline (l'unica che funziona davvero ma è da evitare per lunghi periodi) ho bevuto aceto di mele, estratti d'ananas e ogni tipo di tisana drenante, bicchieri d'acqua calda la mattina a digiuno, ho fatto la carbossi terapia, l'azoto, punture e laser. Credo di aver provato ogni cosa in passato ma non mi era mai capitato di iniziare a spazzolarmi le gambe: l'ultima frontiera per combattere il mal funzionamento del micro circolo sembra infatti essere una semplice e innocua spazzola piatta con i denti di plastica, quella da bambole che usavi da piccola.
Devi indossare un leggings per non trovarti dopo 2 minuti le gambe a righe e pettinare per almeno 10 minuti ogni gamba: avanti e indietro, dal polpaccio al gluteo.
Non so se funzionerà (su google e youtube le influencer del momento assicurano effetti già dopo 7 giorni di spazzolamento) ora posso solo dirvi che è estremamente piacevole. Un po' noioso ma una coccola serale tipo "pet therapy". Non oso pensare cosa succederà dopo i 50.

19 febbraio 2020

Quattro chilogrammi

Me ne sono accorta quando ho rotto i jeans. Sì, rotto. Strappato. Inesorabilmente.
Non è semplice indossare il denim appena lavato in lavatrice ma per me non è mai stato un problema. Sono sempre stata uno stecchino rinsecchito: la gente mi faceva il giro della coscia con il pollice e l'indice di due mani. I medici mi hanno sempre tacciato per anoressica. Ma io ho sempre mangiato.
Qualcosa è però cambiato.
Il primo segnale è arrivato il 14 gennaio scorso. Milano, hotel, primissima mattina. Una giornata particolare e quel tailleur blu, taglia 36 di pantalone, che mi stringeva sulle cosce. Non ci ho fatto caso, sarò il ciclo mi sono detta. Poi 15 giorni fa, i jeans. Zac. Da buttare via.
La prova bilancia ha confermato: 4 chili pieni in più in meno di 40 giorni.
Che è successo a quell'esserino microscopico con cui mi sono confrontata per oltre 20 anni, anzi da sempre? So che sembrerò matta in queste esternazioni ma se avete sempre avuto confidenza con un corpo esile, ossuto, se avete passato anni a nascondere le braccia perché troppo magre e le costole che balzavano dal petto, non potete capire.
"Sono diventata burrosa" mi sono detta guardandomi allo specchio. Mi piaccio, piaccio al mio uomo. La gente mi dice: ti vedo bene. In realtà non sto bene, ma non per il peso. Credo di aver cambiato, a 41 anni compiuti, il metabolismo. La vita sedentaria non mi aiuta, tre ore di macchina al giorno neanche. Ma questo è il mio corpo ora... ed è forse finalmente un bene che abbia lasciato quello stato di deperimento in cui ero finita.
Ma dovrò fare a meno dei miei super jeans per un po' e apprezzare quella nuova me che adesso vedo allo specchio. Il problema però non è nei chili. Della nuova me, ultimamente, non mi piace lo sguardo.