29 aprile 2009

Una camicia bianca

Non sono riuscita a comprare la camicia bianca che volevo. Troppo costosa e il collo non è come piace a me. Piove da settimane e le mie ossa sono umide. Ti sento a tratti e da ieri anche giù. Sono nella settimana pausa, quella che arrivo alle nove e fuggo alle sei come un'impiegata statale. Ho freddo a tutte le membra e la punta del naso è ghiacciata. Convivo con il mal di testa e un collo dolorante. Ho poca voglia di fare dovuta a un mancato stacco. E mentre il mio capo oggi parlava di nuovi progetti, io non facevo altro che pensare: quando me ne vado via di qua? Tesoro mio, quanto mi manchi. Oggi mi hai aperto il cuore: te non hai idea di quanto sei importante per me. E il mio umore viaggia in linea col tuo. Ci siamo sempre sentiti dentro.

Ho questa canzone in mente da stamani.. Uff (voglia di noi)

Ti sembrerò nostalgica - metereopatica quanto basta
Ti sembrerò una donna da niente - facili lacrime poca pazienza
Comprendere che sono un pezzo di marmo
la noia devasta la volontà di cambiare
Dovrei rivalutare tutto dal principio
trovare la forza e l'audacia per farlo
so già che per un momento sarà pieno inverno
per un momento sarà pieno inverno
Ti sembrerò incoerente - poco affidabile, inconsistente
ti sembrerò un'emerita idiota
facili entusiasmi improvvisi avvilimenti
Domandami ancora una volta se piango
se ogni equilibrio si è rotto nuovamente

28 aprile 2009

Fuga d'amore

Un borgo sopra la collina, vista senese tra le colline del Chianti, all'inizio della storica via del vino. Atmosfera country dai sapori toscani delle piccole cose buone e semplici. Sono solo due giorni ma ne varranno duecento. E come ha detto mia madre: "che bello, ne avete bisogno. Te ne hai bisogno (non vi vedete mai!)". Dunque, fuggiamo da qui. E mi auguro che tu possa non riportarmi indietro. O almeno che tu non abbia voglia di riportarmi indietro.

25 aprile 2009

60 chilometri

Eravamo lì. A sessanta chilometri di distanza. Io, nel tuo vecchio regno. Te, in quello che io vorrei fosse il mio futuro. La gerarchia redazionale ci è stata contro. Io non potevo seguire l'evento più grande e più complicato. Eppure ci siamo pensati ogni istante e abbiamo condiviso ogni pensiero ed emozione. Hai conosciuto i miei colleghi e io i tuoi ex colleghi. Ci siamo incrociati a distanza. Ma non posso non pensare a cosa sarebbe successo se ci fossimo annusati a pochi centrimetri in mezzo a settemila persone. Forse solo gli occhi avrebbero parlato, ma avrebbero spalancato mondi che pochi avrebbero intuito. Invidiandoci.

24 aprile 2009

Non detti e detti bene

E gli scappò: "Nella NOSTRA casa si berrà solo prosecco".

20 aprile 2009

Regalo di compleanno

Grazie, non aggiungo altro. Ne ho bisogno come l'acqua di te.

Fase egoistica

Perdonami, devo pensare un po' a me stessa. Mi sono persa. E ho bisogno almeno ora di decidere nei miei tempi, con le mie esigenze. Non di riflesso a scelte di altri, non accontentandomi dei ritagli di tempo e delle corse che per quanto emozionanti, sono sempre dei punti esclamativi in una frase che manca di parole prima e dopo. Devo fuggire da questo ufficio e mi spiace non farlo con te. Ma il destino questa volta è tiranno. E avremo il nostro momento e arriverà il giorno in cui a decidere non sarà un volo inaspettato (almeno per me) per Praga di una donna che, ignara di tutto o forse ben consapevole, purtroppo ancora decide per noi.

17 aprile 2009

Andalusia

Abbiamo un progetto! Dio come sono FELICE! fe-li-ce! ha ancora valore questa parola? Esiste la felicità? sì, cribbio! se ho una meta, una "motivazione" come dice il mio "gestore delle risorse umane", sì se so dove sto andando, con chi e adoro sia la meta sia il percorso sia, soprattutto, il mio compagno di viaggio!

16 aprile 2009

Irruenza

Ti ho sputato addosso tutto. Ti ho messo all'angolo. Perdonami, ho solo bisogno di noi. Ho questo maledetto, incommensurabile, istintivo e implacabile bisogno di noi. Avrei voluto dormirti addosso. Ma ho adorato che l'abbia fatto tu con me. Non è la stessa cosa, sei tu che mi devi proteggermi. Io non sono forte abbastanza, e penso sempre che tu lo sia (lo debba essere) per entrambi.

15 aprile 2009

D'impeto

Ho voglia di scrivere. E non mi capitava da un po'. Ho voglia di scrivere tanto. Incredibile quanto il mio animo si possa svuotare in pochi giorni. Nel giro di appena due settimane. E' come una goccia continua che scava sempre nello stesso punto e corrode. Lentamente corrode. Stamattina ho ritoccato il fondo e me ne sono accorta quando sono andata via di testa perché tua madre era stata bene in casa con te, durante le feste. Era stata bene. Che male c'è nello star bene in una situazione perfetta? In famiglia? Lì ho scoperto che la mia ragione non trovava più spazio. Che il rancore che covavo dentro che la rabbia e la frustazione avevano preso il sopravvento. I sintomi c'erano tutti: non mi guardavo allo specchio per non vedere gli occhi spenti e le ossa del collo, piangevo sempre, preferivo stare sola. Pasqua l'ho passata chiusa in casa come un'eremita. Poi il mio corpo: è sempre lui che parla. Ho il collo e la schiena bloccati da quattro giorni. E mai come in questa settimana mi sono sentita sola. Sola sul lavoro quanto tutti brindavano di là e io no. Sola sul campo a combattere le mie battaglie etiche. Sì etiche, perché tenere la schiena dritta in quest'ufficio è una missione ardua e quasi impossibile (sarà per questo che ho proprio male alla schiena). Sola anche come persona con te che stavi altrove proprio nei momenti in cui avrei voluto condividere una famiglia con te. E mi sono sentita cattiva a sperare in un diluvio. Mi sono sentita cattiva a sperare che nessuno dormisse perché tutto fosse chiaro. Non sono forte come credevo. Sono crollata di fronte all'ovvio: un lavoro che non sarà il mio futuro, e il non averti ora. Eppure stamani mi è scattata la molla ed è bastata una mail a darmi fiducia. A dirmi che, nonostante tutto, non mi sono mai piegata e ho fatto bene. Non ho mollato e ho tenuto duro convinta della mia posizione. E fuori, gli altri, quelli che hanno testa mi hanno dato ragione. Quindi ringrazio loro di avermi dato una piccola spinta e di essere qui oggi con un accenno di sorriso. Ringrazio te per esistere e perché stasera ti vedo. Perché sono persa senza il mio unico riferimento. E chissenefrega delle donne-uomo, di quelle che bastano a se stesse e hanno bisogno solo di un vestito nuovo e una lampada. Io per essere felice - oggi ne ho avuto la prova - ho bisogno di te, di sapere che sei mio e che ti vedo; e di sapere che il mio lavoro, a cui dedico anima e cuore senza mai guardare l'orologio, ha un senso. E che questo senso coincide con il mio sentire. Ti amo.

Dio esiste

Ne ho le prove!

14 aprile 2009

Profezie

Ho sognato che durante la pausa pranzo mi telefonava la redazione di Milano e mi chiedeva se ero libera per lavorare da loro. Non ricordo cosa ho risposto, ricordo che finito di mangiare sono andata ed entrata direttamente nel nuovo ufficio. E i miei colleghi continuavano a dirmi: non si fa così, dovevi avvisare che te ne andavi, hai lasciato tutte le tue cose di là! E io: non mi importa. Non si accorgeranno che manco. Ecco: sono alla frutta, come si suol dire. Sono arrivata al capolinea. Non ho più voglia di niente. E devo staccare prima di fare dei danni. Quando sono apatica così basta un fruscio di vento per spezzarmi. Non sono forte, non sono solida, non sono determinata, non ho grinta, non mi piaccio, sono tornata a piangere, sfracello tutto, sono disillusa, sono triste, sono la peggior me stessa. Ho voglia di vivere come dico io.

9 aprile 2009

Specialmente noi

E ho pensato che siamo speciali. E mi hanno confermato che lo siamo davvero. Più ascolto gli altri, più mi interesso alle loro vite ed entro negli inconsci, in quei meccanismi tipici del raccontarsi, della quotidianità che porta all'appiattimento, della ragione che sovrasta le emozioni, più mi accorgo che io e te viviamo ai cento all'ora. E anche nella disfatta, nei momenti bui, in quelli dove ci sfanculiamo e ci viene voglia di attaccarci ,dopo pochi secondi abbiamo bisogno uno dell'altra. Il tempo conta un anno e nove mesi, tesoro. Un anno e nove mesi di centrifuga e di tutto. Abbiamo provato tutto e la spinta mi viene dal sapere che siamo solo all'inizio. Ti voglio.

6 aprile 2009

Recupero

Ho perso l'entusiasmo verso il lavoro. E non perché sia quello sbagliato ma perché non stimo nè il mio capo nè le persone che ho a fianco. Non vedo percorsi di crescita, non vedo qualità, non vedo organizzazione. E ho un dubbio: sono io che pretendo troppo o è il sistema che è sbagliato? La risposta prelude ad un'unica via d'uscita: andarsene di qua. Ma serve l'alternativa. Serve un'alternativa.