19 febbraio 2019

Rosso vernice

Sono finalmente tornata a leggere un romanzo. Non lo facevo da mesi. Ma finalmente sento che quella linfa mi sta rientrando in circolo. E' la linfa delle parole e del racconto. L'ho fatta tacere perché pensavo mi servisse altro: linguaggio tecnico, scienza numerica, sobrietà british. Ho analizzato bilanci, numeri, ascoltato documentari finanziari in inglese. Ho cercato, come sempre faccio e spesso senza mezze misure, di immergermi nel mio nuovo mondo per sentirmi all'altezza. Di me stessa prima di tutto, dopo il doppio salto carpiato con il trampolino a 10 metri. Non impossibile, ma serve una discreta dose di coraggio. Lo devo riconoscere.
Ma in parte ho sbagliato. Ho pensato che rinnegare quella che ero, la letterata, la scrittrice, una donna di emozioni e sentimenti, fosse il miglior compromesso per entrare in sintonia con il nuovo universo lavorativo. Non è vero e per fortuna me ne sono accorta in tempo per riacciuffare quello che di me hanno sempre tutti apprezzato, qualcuno amato. Io sono questa: mi scorrono le parole nelle dita, adoro il picchiettio dei tasti, mi immergo nelle vite raccontate nei libri, entro in empatia con le persone perché voglio vivere le loro storie ed emozioni per farle mie e poi chiuderle in scrigni preziosi. La mia vita per fortuna ha ancora bisogno di sentimenti ed emozioni. Tocca a me portarle nel mio nuovo lavoro e farle crescere con la consapevolezza che sono fondamentali nei rapporti umani e nelle relazioni.