25 giugno 2009

Consigli e ricordi

E mi scrissero: non prendertela mai troppo per il lavoro. Non ne vale mai la pena e soprattutto perché spesso, per quanto ci sbattiamo, le cose non cambiano (certe volte è meglio farsi trasportare dalla corrente e aspettare)

Oggi mi richieggia in testa "Donne in rinascita"...

Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita. Quando si rimette in piedi, dopo la catastrofe, dopo la caduta, che uno dice…è finita. No. Finita mai, per una donna. Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede, anche se non vuole. Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina antiuomo che ti fa la morte o la malattia. Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che ti stai giocando l'esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina hai un esame peggio che a scuola….Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti guarderà, deciderai se sei all'altezza o se ti devi condannare. Così ogni giorno e questo noviziato non finisce mai, e sei tu che lo fai durare. Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo, che sei terrorizzata che una storia ti tolga l'aria, che non flirti con nessuno perché hai il terrore che qualcuno si infiltri nella tua vita. Peggio, se ci rimani presa in mezzo tu, poi ci soffri come un cane. Sei stanca. C'è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto, e così stai coltivando la solitudine dentro casa. Eppure te la racconti, te lo dici anche quando parli con le altre…."io sto bene così, sto bene così, sto meglio così"…e il cielo si abbassa di un altro palmo.Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere, ci hai abitato Natali e Pasque, in quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima, ed è passato tanto tempo e ce ne hai buttata talmente tanta, di anima, che un giorno cominci a cercarti dentro lo specchio, perché non sai più chi sei diventata.Comunque sia andata, ora sei qui. E so che c'è stato un momento che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento. Dovunque fossi, ci stavi stretta. Nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine, ed è stata crisi. E hai pianto. Dio, quanto piangete. Avete una sorgente d'acqua nello stomaco. Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata, alla fermata della metro, sul motorino. Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo.E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore, perché l'aria buia ti asciugasse le guance.E poi hai scavato, hai parlato…quanto parlate ragazze.Lacrime e parole. Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia un senso al tuo dolore…."perché faccio così?"…"com'è che ripeto sempre lo stesso schema?"…"sono forse pazza?"…Se lo sono chiesto tutte. E allora... vai, giù con la ruspa nella tua storia, a due, quattro mani, e saltano fuori migliaia di tasselli, un puzzle inestricabile.Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi? E' da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai. Perché una donna ricomincia comunque. Ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti.Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per la tua nuova "te", perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa. Non puoi più essere quella di prima, prima della ruspa…Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente, innamorarsi di nuovo di sé stessi o farlo per la prima volta è come un diesel, parte piano. Bisogna insistere, ma quando va in corsa... E' un'avventura ricostruire sé stesse, la più grande. Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende, o dal taglio dei capelli. Io ho sempre adorato donne in rinascita, per questo meraviglioso modo di gridare al mondo "sono nuova" con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo biondo. Perché tutti devono vedere e capire…"attenti…il cantiere è aperto…stiamo lavorando per voi... ma soprattutto per noi stesse…". Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia, per chi la incontra e per sé stessa.E' la primavera a novembre, quando meno te la aspetti.

Progetti

- Io e te potremmo prenderci una casa in campagna, tipo a Grisignano?
- E perché no, ma secondo me è meglio in una zona più ricca tipo Montecchio, così poi prendiamo anche un cane
- (silenzio)
- Sai, io vorrei anche prenderlo davvero il camper..
- E per farci cosa?
- Viaggiare..
- Dobbiamo anche chiarire un'altra cosa, te ti vuoi sposare?
- Non è necessario, non mi importa
- E i figli? sai come la penso
- Questo invece è un punto a cui rinuncerei difficilmente, ma non ne ho esigenza subito.. pensavo tra quattro o cinque anni. Poi quello che deve venire verrà
- Ma te le sai stirare le camicie?
- Non l'avevamo già affrontato questo argomento? Comunque sì.
- E alla fine conoscerò la tua famiglia
- Sì, appena di là le cose si sono sistemate del tutto
- Dovrò riabituarmi a una vita diversa lo sai e sarò anche spesso una persona triste
- Sì, lo so. Ma affronteremo tutto, una cosa per volta. Una cosa alla volta

E si lasciarono con la promessa di due visite settimanali, una pizza a tre venerdì, una chiacchierata con la madre e l'amica elena. Poi partirà l'orologio.. Poi partirà la lancetta a rovescio.

12 giugno 2009

Maledetti e detti male

L'orgoglio è del cervello, non del cuore. (Erica Jong)
Perché si è orgogliosi quando si ha qualcosa da perdere, e umili quando c'è qualcosa da guadagnare. (Henry James)

10 giugno 2009

Occhi gonfi

Sono innamorato? Sì, perché sto aspettando.
Talvolta, ho voglia di giocare a quello che non aspetta; cerco allora di tenermi occupato, di arrivare in ritardo; ma a questo gioco io perdo sempre: qualunque cosa io faccia, mi ritrovo sempre sfaccendato, esatto o per meglio dire in anticipo. La fatale identità dell'innamorato non è altro che: io sono quello che aspetta.
(R. Barthes, Frammenti di un discorso amoroso)

9 giugno 2009

Ma il panettiere dice

E' come chiedere a un uomo di scegliere tra la moglie e l'amante. Ovvio che cerca di tenersele entrambe il più a lungo possibile.

Risposta

Perché le foglie cadono a settembre. Ora è tempo di mietitura.

Buongiorno

E non è mai il momento giusto per parlarne. Non va bene la sera dopo il lavoro perché hai guidato per due ore e sei stanco. Non va bene la mattina presto perché hai una giornata davanti e devi lavorare. Non va bene al telefono. Non va bene di persona perché ci vediamo solo un'ora e in quello spazio non è il caso di litigare. Ok, non va bene mai. Ma non è il tempo che ti fa stizzire, arrabbiare, infuocare contro la mia persona come quella che non molla mai e stressa. Ho ancora poche forze dentro me, ma rispondo: non vuoi affrontare l'argomento. Hai paura. Sì, perché ogni tua risposta, che non sarà ora quella che voglio io, provocherà il mio allontanamento e lo sai. E ora non mi puoi dare ciò che voglio, e lo sai anche tu. Non sei pronto a lasciare tutto, e il bello è che non devi lasciare niente. Ho tanta paura. Paura che questo libro di cui non ho scritto una pagina ma che ce l'ho tutto in testa, questo amore grande e immenso non avrà il lieto fine che avevo sperato. Me lo sento, purtroppo. Quando la ruota non gira a velocità adeguata o ci sono continui stop e marce indietro, la catena scende sempre. La catena scende.

8 giugno 2009

Promesse

C'ho sperato in questo weekend. E ho sperato che, nonostante il tuo primo programma non lo comprendesse - almeno a parole-, mi avresti fatto conoscere chi ti ha messo al mondo. Non so ora come finirà. Il tuo messaggio dice che hai bisogno di me e di tempo con me. Bhè, non aspetto che questo. E, sarò sincera, anche molto di più. Ciò che mi spegne è l'aver smesso di sognare. E un po', me ne sono accorta ieri, l'ho fatto. Essere realista, essere delusa nelle aspettative e nei tempi, il continuo passare dei giorni senza avere una meta vicina, e il continuo non confronto su ciò che succede di là (per mia scelta, per non soffrire) mi sta rendendo arida dentro. Ho bisogno di nuova forza e di credere fortemente in qualcosa che posso raggiungere a breve. Ho bisogno di uno stimolo forte per non sedermi su una vita che non mi piace così com'è. Che sia chiaro: così non vivo bene. Vivo a metà, limitata, facendo ciò che non voglio fare ovvero stare sempre sola, non sapere come impegnare il tempo, decidere in autonomia le piccole cose come un regalo a un'amica che porta il tuo nome nel biglietto. Non voglio andare al mare da sola. Non voglio svegliarmi sei giorni su sette da sola. Non voglio addormentarmi gli stessi giorni senza nessuno accanto. Non voglio tenermi dentro qualcosa per non dirlo via sms. Non voglio avere il peso di un compagno lontano che so stare male in un divano solo. Non voglio avere il peso di una doppia sofferenza quando ci sono mille modi per poterla alleviare. Facendo un passo avanti.

Equilibrio armonico

Avevo bisogno di silenzio e di natura. Ho corso mezz'ora lungo il fiume ieri sera (chiamarlo fiume è presuntuoso.. diciamo uno scolo d'acqua). Ad un tratto mi sono fermata, complice il respiro affannoso. Mi sono accorta che avevo ansia anche nel correre. Ho cadenzato il respiro. Ho spento la musica. Ho chiuso il occhi e ho ascoltato il vento con il sole il faccia. Poi mi sono seduta in riva al fiume. Nulla. Attorno non c'era nulla. Ho spento la mente e anche il cuore che ultimamente sobbalza. Ho pensato al verde attorno, alle nuvole così ben disegnate, alla calma di un paesaggio con i fili d'erba ancora bagnati dal temporale. E ho sentito pace. Ho trovato la mia fuga dal mondo. Per ora solo domenicale. Un giorno ti porterò. E' il mio piccolo rifugio.

5 giugno 2009

Risposte azzardate

Mi hai fatto venire il vomito. Forse è vero che sbaglio tutto e mi lamento sempre. Forse è vero che sono - come mi hai definito - una "stressacazzi rigida". Vero è che ora ho le lacrime agli occhi, mi sento impotente e tutta sbagliata. Mi sento in colpa per tutto e credo di avere già quello che te hai ben definito un esaurimento nervoso. Non te ne sei ancora accorto?