24 dicembre 2009

Terzo (triste) Natale

Tutto ciò che voglio non ce l'ho. E vi vedo di lontano. E soffro come un cane. Inutile aggiungere ogni parola in più. Ho gli occhi lucidi dalle quattro del pomeriggio e non riesco a trattenere le lacrime. E' una solitudine che viene da dentro. E' un malessere incolmabile da qualsiasi altra persona che non sia te. E' un Natale come gli ultimi tre. Con una consapevolezza in più, nessuna arrabbiatura ma tanta tanta malinconia che si fa velo tra me e il mondo. Manca la magia. Manca la musica. Manca l'amore. Manca tutto. Manchi te. La lontananza non paga. Non può pagare animi come i nostri. Animi come il mio che elemosinano compagnia per un brindisi a mezzanotte, che si preparano a un capodanno soli, che odiano l'impossibilità del vivere come hanno diritto di fare. Amando appieno.

15 dicembre 2009

Mi nutro di te (e della tua musica)

Georg Dreyman: Penso a ciò che ha detto Lenin sull’Appassionata di Beethoven: ‘Non devo ascoltarla o non terminerò la rivoluzione’. Ma come fa chi ha ascoltato questa musica, ma veramente ascoltato, a rimanere cattivo?.

9 dicembre 2009

Civico 28

Ed esiste qualcuno che, per qualche strano motivo ancora a me non noto, si preoccupa di cosa combino. La mia impressione oscilla tra la curiosità pura e una certa qual forma maieutica di insegnamento a distanza. Nessuna mano tesa e nessun aiuto. E' un ping pong di mail e di informazioni esclusive sul mio lavoro e il mio sogno. Motivazione? Non pervenuta. Il gioco è interessante ma non so dove porta e richiede grande grande attenzione. In ogni caso: grazie.

7 dicembre 2009

Io somatizzo

Perché quando non sei con me ho sempre un dolore profondo allo stomaco e al basso ventre che irradia il fianco e mi prende quasi a morsi??

post amsterdam

Sogno un paese lontano
a poche ore da qui,
l'ho visto dall'aeroplano
e mi è piaciuto così:
in ogni casa c'è un fiore,
mulini a vento e chissà...

Lo cantavano allo Zecchino d'oro, ma forse tu non lo ricordi..
Però ti ricorderai dei questi giorni, delle vetrine e delle biciclette, della colazione con le uova e la pancetta, della mia assoluta mancanza di senso dell'orientamento, della nostra canna, della cioccolata tagliata, della gita in corriera con i giapponesi. E voglio rimandare a memoria anche i miei stop per fotografare, la tua percezione dei particolari (compreso il diario di Anna Frank, da me bypassato), quel bimbo biondo in aeroporto e le donne sotto la pioggia senza ombrello. Isidoro (o Idro) ma avevi ragione te, la bistecca simple, e i portabirra disegnati da un carpentiere che prendeva al mese più di me e te messi insieme. L'invana ricerca di un hot dog al pomeriggio e di un semplice caffè la mattina. La piantina di mariuana non comprata e la voglia di fare colazione in un hotel non nostro. E voglio ricordare perfino la bigliettaia nera, e quell'uomo che importunò (chissà) la ragazzina nel treno in andata. La colazione a base di formaggio, la pioggia continua, il tuo giubbetto nuovo e quel negozio di saponette pieno di importunatori. Ricordiamoci, amore, che al ritorno hai conosciuto i miei.
Impressione? Ottima, mi sembrava di conoscerlo da sempre. Disse.