26 maggio 2009

Sms dal cupolone

- E mi uscì: A volte siamo meglio di Sandra e Raimondo.
Perché cambiare quando siamo squisitamente ironici così? (peccato che quella targa automobilistica sia stata male interpreata, sarei venuta a prenderti in aeroporto).

22 maggio 2009

Peccato! (con rettifica)

A volte mi dai dei colpi al cuore che nemmeno immagini. E, forse, nemmeno te ne accorgi. Ogni volta che inizio a sperare in una normalità, in un piccolo regalo, in un qualcosa a mio favore arriva la mazzata e il tutto uguale a prima. Forse è meglio non illudersi e agire a livelli di basso profilo. Forse è meglio non aspettarsi grandi cose ma piccoli segni. O forse hai solo ragione tu: guardo al mio orto e non ho una visione ampia, quella che mi fa vedere anche al di fuori. Eppure... Perché ci resto sempre così male?? Peccato! davvero, peccato!

E perché mi prendi sempre in giro? Scrivo di getto, immediata. Prima di aver verificato le reali intenzioni. E mi smentisci sempre. Meglio così. Il "peccato!" è diventata un'ottima serata, con sorprese, disorientamenti, fiori, un pessimo inglese e l'ufficialità del tavolo dei presidenti. Come posso non amarti sempre di più?

21 maggio 2009

E rispose

Grazie a lei, buon lavoro

Audere semper

Scritta, corretta, inviata. Mi aspettavo tornasse indietro subito perché l'indirizzo era sbagliato. Invece no (per ora). Chissà se la leggerà, se si chiederà qualcosa anche semplicemente chi sono. Potrebbe essere finita negli spam, o anche dalla sua segreteria: vagliata e tagliata come posta non importante. Ieri ho perso l'occasione. O forse non l'ho voluta cogliere. Sbagliato! Hai ragione tu: nella vita bisogna audere semper. Ora spero solo nella curiosità e nella fortuna di chi per anni non ha nemmeno saputo che esisto. Eppur mi leggeva!

20 maggio 2009

Ultimo stadio

E' entrato a sorpresa il mio capo in ufficio. Momenti ho un infarto, ho iniziato a sudare alle mani, mi si è accelerato il battito cardiaco, mi si è chiusa la gola. Attacco di panico da ufficio. Pazzesco.
Fatemi andare via di qua.

Ah, per la cronaca: ora vado a un convegno organizzato in parnership dalla mia azienda a cui mi ha invitato l'altro organizzatore. E qui non m'han detto nulla. E' mobbing, bellezza!

14 maggio 2009

Sfogo

Forse è vero che mi sono accantonata in soffitta. Forse è vero che sto vagando in una cantina buia senza luce alla ricerca di chissà cosa. Anzi sì, lo so: di un sogno e dell'amore più alto vero e profondo che possa esistere. Ieri mi sono ritrovata seduta sui gradini del palazzo fronte piazza come non facevo dai tempi dell'università. Voi fumavate, io ascoltavo e pensavo. Pensavo a te, conosciuta da appena una settimana, poche chiacchiere e molte risate per futili argomenti. Pensavo che però sei colei a cui non voglio assomigliare: 39 anni, quasi 40, alla ricerca di un uomo, presa in storie sbagliate, a cercare case da sola e a continuare a pensare, agire, muoversi in autonomia senza alcuna condivisione. Sarà la vita che ti ha portato lì. Sarà il caso. Ma talvolta sono anche le scelte. Poi c'eri tu e quel film francese che vorrei vedere perché, mi dite, ho bisogno di ottimismo. La mia testa sta macinando chilometri, pensa ai cento all'ora e tutto insieme. Fa e disfa alla velocità della luce, contrappone gli stati d'animo e li spezzetta in mille parti per poi ricostruirli. In questi giorni ho riletto tutte le pagine di questo blog. Dal primo che ti ho inviato del nostro incontro casuale e fatato in treno. Ho riletto e ho pensato che in due anni ho scritto solo io in questo spazio virtuale mettendo nero su bianco e alla mercé di tutti la nostra storia e le mie paturnie. Te hai scritto una sola volta. UNA SOLA VOLTA. E hai scritto: sarà per sempre. Mi sto interrogando se come sempre sono io che non so aspettare, non so capire, non so indagare, non so ascoltare quello che mi dici. Eppure per avere tutto questo moto d'animo - mi chiedo - ci dev'essere qualcosa che non torna. E credo sia nel nostro progetto. Ieri la mia ginecologa mi ha chiesto, quando le ho domandato sorridendo se ero incinta, ma hai il moroso? E io: sì. E lei, non me l'avevi mai detto. Le ho spiegato due cose, città lontane, che ti vedo solo per poche ore a settimana che facciamo lavori difficili e complicati. E lei: come fai a fare un figlio così? Già. E ha aggiunto: è impossibile costruire qualsiasi famiglia o futuro con questi presupposti. Già. Poi mia madre che incalzante mi chiede di conoscerti e dice: sono già due anni, poi andando in vacanza insieme, avrò diritto di capire con chi va via la mia bimba. Eccome no, mi sarebbe venuto da dirle. E mio padre alla fine, per le scale, che mi mette in mano un whisky e mi dice, so che lo bevi con lui. (cioè ha detto il tuo nome, ma qui in questo luogo sei "lui"). E ti ha pure abbreviato. Non so se ha un senso tutto quello che ho scritto. Ma ha senso sapere che ti vorrei parlare e non posso. Ti vorrei vedere e non posso. Ti vorrei amare e non posso. E oggi così parlando la segretaria che mi vede da due anni e ha visto le ossa del collo mi ha detto: attenta a non auto-distruggerti. E' sempre più dura. E non sono forte come vorrei.

Quello che le donne non dicono

Alla fine la vita è anche trovarsi da sole a guidare in autostrada di notte cantando a squarciagola un testo che ci si sente addosso. Perché ogni singola parola ha un senso e scaturisce lacrime che si perdono nel sapore di una bocca che sta disperatamente cercando un sorriso.
Amore, sono infelice.

Ci fanno compagnia certe lettere d'amore
parole che restano con noi,
e non andiamo via ma nascondiamo del dolore che scivola,
lo sentiremo poi,
abbiamo troppa fantasia,
e se diciamo una bugia è una mancata verità
che prima o poi succederà
cambia il vento ma noi no
e se ci trasformiamo un po' è per la voglia di piacere a chi c'è già o potrà arrivare
a stare con noi,
siamo così è difficile spiegare certe giornate amare
,
lascia stare, tanto ci potrai trovare qui,
con le nostre notti bianche,
ma non saremo stanche neanche quando ti diremo ancora un altro "si"

In fretta vanno via della giornate senza fine,
silenzi che familiarità,
e lasciano una scia le frasi da bambine
che tornano, ma chi le ascolterà...
E dalle macchine per noi
i complimenti dei playboy ma non li sentiamo più
se c'è chi non ce li fa più
cambia il vento ma noi no e se ci confondiamo un po'
è per la voglia di capire chi non riesce più a parlare ancora con noi.
Siamo così, dolcemente complicate,
sempre più emozionate, delicate,

ma potrai trovarci ancora quì
nelle sere tempestose
portaci delle rose, nuove cose e ti diremo ancora un altro "si",
è difficile spiegare certe giornate amare, lascia stare,
tanto ci potrai trovare qui, con le nostre notti bianche,
ma non saremo stanche neanche quando ti diremo ancora un altro "si

12 maggio 2009

Atarassia

A (privativo) + taraxsis che è il turbamento. Ovvero: assenza di turbamento. Un concetto della filosofia stoica ed ellenica che ho recuperato nella memoria stamani, mentre cercavo un distacco che il dizionario definisce: imperturbabilità attorno alle passioni e alle questioni emotive. Ecco, oggi vorrei essere IMPERTURBABILE.

11 maggio 2009

Giornataccia/2

Datemi un muro dove sbattere la testa. Deve essere duro come il marmo e attutire più colpi continui e ripetuti a intervalli regolari. Sì, sto impazzendo. Non so più cosa fare, se credere. Perché mi stanno cedendo i nervi. Sono al limite della sopportazione.. Non reggo. Non ce la faccio.

Dopo dieci minuti..

Ho scritto mille mail e sms. Ho rotto le palle a chiunque. Ho pianto fiumi, ho il collo ribloccato e la schiena a pezzi. Il mio cuore mi sta dando filo da torcere. Se questo non è amore, allora nella vita non ho capito niente. Ho a che fare con il sentimento più alto, estremo, dirompente e totalizzante che mi sia mai capitato nella vita. Non riesco a comandarlo, non riesco a razionalizzarlo. E' tutto impeto, tutto di getto. E' una continua centrifuga emotiva di stati d'animo pazzeschi. Oggi ho provato tutto. Tutta la gamma dei sentimenti umani.

Giornataccia

Alla fine, ti chiedo solo di sognare, di vivere e di darti un'altra possiblità per essere felice.

6 maggio 2009

When Harry met Sally

"Adoro il fatto che tu abbia freddo quando fuori ci sono 25 gradi. Adoro il fatto che ci metti un'ora e mezzo per ordinare un panino. Adoro la piccola ruga che ti si forma sul naso quando mi guardi come se fossi matto. Adoro il fatto che dopo aver passato una giornata con te, possa ancora sentire il tuo profumo sui miei vestiti. E adoro il fatto che tu sia l'ultima persona con la quale voglio parlare prima di addormentarmi la notte. Non è che mi senta solo, e non c'entra il fatto che sia Capodanno. Sono venuto qui stasera perché quando ti rendi conto che vuoi passare il resto della tua vita con una persona, vuoi che il resto della tua vita inizi il prima possibile".
Il mio sogno... (bisogno di rivedere questo film, lei aspetta 12 anni prima di sentire questa frase!)

Invidia

Pessimo sentimento, ma l'ho provato! Uffa. Due chiacchiere al volo con un collega incontrato per caso in libreria per sentirmi sfigata. Uffa. Come stai? Bene. Novità? Mi sono fidanzato e sono innamorato perso di lei. Come si chiama? Federica. Poi? Sono diventato zio di un bambino splendido. Nome? Alessandro. Lavoro? Ah, sì. Mi hanno promosso direttore. E poi? Sabato festeggio il mio compleanno con un barbecue in giardino. (ok basta.. alla domanda e te? ti vedo provata...) Mi sarebbe venuto da dire: fan culo al mondo! Sono piena di antidolorifici in preda a una nevralgia che è sfociata in cefalea tenso-muscolare, peso 47 chili (tre sotto la media che è anche sotto la media di autosufficienza) voglio cambiare lavoro perché ho un capo ansioso ed esaurito che mi fa sclerare, faccio tre lavori e si incatenano tutti, mio moroso che sarebbe la cosa più bella che ho ora non è mio e minchia di minchia sarei anche una ragazza bella, sana, intelligente e mi credevo furba. Invece sono da buttare via. Uffa! maledetta libreria.
Ps. ho preso un libro sull'Opus dei (indicativo..)

4 maggio 2009

Semplicemente noi

Lasciamo stare il mio dolore al collo, la gastrite e il mal di testa. Lasciamo stare la ricerca di una farmacia di turno e l'imbottimento di Oki (sì amore, ora sai tutti i nomi delle medicine e tutte le malattie che un essere umano può avere nel corso nella vita). Lasciamo stare ciò che comunque non ha rovinato due giorni di stop dal mondo. Due giorni tra le colline verdi a rubarci un bicchiere di Brolio ed evitare costose visite ai castelli, desiderando ardentemente di acquistare un podere per coltivarci chianti. Alla fine il nostro amore aveva solo bisogno di un tozzo di pane con l'olio e una cucchiaiata di panzanella. Siamo andati d'accordo su tutto, anche sui tempi e i desideri. Al punto da perdere quasi un'ora in macelleria per fare incetta di insaccati. Ho seguito ovunque il tuo profumo e rombo di tuono è stata una compagna ideale. Ha diluviato durante la notte per permetterci di stare più vicini, e il cielo ha aperto di giorno vedute di colline serene che sono state un toccasana. Ora ho voglia di quotidianità. Ma adoro sapere che ora hai le mie chiavi con te. Salutami Roma, mi manchi già.