7 dicembre 2009

post amsterdam

Sogno un paese lontano
a poche ore da qui,
l'ho visto dall'aeroplano
e mi è piaciuto così:
in ogni casa c'è un fiore,
mulini a vento e chissà...

Lo cantavano allo Zecchino d'oro, ma forse tu non lo ricordi..
Però ti ricorderai dei questi giorni, delle vetrine e delle biciclette, della colazione con le uova e la pancetta, della mia assoluta mancanza di senso dell'orientamento, della nostra canna, della cioccolata tagliata, della gita in corriera con i giapponesi. E voglio rimandare a memoria anche i miei stop per fotografare, la tua percezione dei particolari (compreso il diario di Anna Frank, da me bypassato), quel bimbo biondo in aeroporto e le donne sotto la pioggia senza ombrello. Isidoro (o Idro) ma avevi ragione te, la bistecca simple, e i portabirra disegnati da un carpentiere che prendeva al mese più di me e te messi insieme. L'invana ricerca di un hot dog al pomeriggio e di un semplice caffè la mattina. La piantina di mariuana non comprata e la voglia di fare colazione in un hotel non nostro. E voglio ricordare perfino la bigliettaia nera, e quell'uomo che importunò (chissà) la ragazzina nel treno in andata. La colazione a base di formaggio, la pioggia continua, il tuo giubbetto nuovo e quel negozio di saponette pieno di importunatori. Ricordiamoci, amore, che al ritorno hai conosciuto i miei.
Impressione? Ottima, mi sembrava di conoscerlo da sempre. Disse.

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