14 luglio 2020

Come una ninfea.

Lo riconosco: serve un certo afflato di spirito e una forse innata attitudine al credere alle favole. Un'indole mistica o magari solo un po' zen.
Forse serve essere cresciuti con una mamma psicologa che testò l'ipnosi per partorire. Una mamma che inventava storie incredibili, che ha sempre creduto agli alieni. Una mamma specializzata in esegesi biblica, che gestisce le emozioni altrui e che su questo campo si è pure creata uno spazio lavorativo in questo contorto mondo.
Insomma, chiunque non sia capace di staccare il cervello, chiunque non si riconosca in un sognatore, un mistico, un idealista o semplicemente un alternativo di pensiero non prosegua: non legga queste righe. Perché non troverebbe mai un senso a quello che sto per raccontare.

Ho sempre pensato che il nostro corpo somatizzi tutte le emozioni. Anzi, ne sono certa. A ogni angolo del nostro corpo corrisponde un dolore, un'emozione o un nostro stato d'animo. Nulla è casuale. Io mi conosco da tempo e quasi sempre, quando lo stress diventa acuto, sono due i luoghi fisici dove si concentrano le mie emozioni primarie. Il collo e lo stomaco.
Il collo è indice di pesantezza, responsabilità ma anche rabbia.
Nello stomaco, o meglio nel cuore, e in quella fascia muscolare centrale dove tutto si attorciglia, c'è l'origine di ogni passione. Anche cattiva.
Ciclicamente il mio collo si blocca. E il mio stomaco/cuore si avvita. Si torce su se stesso portandosi dietro i muscoli della colonna vertebrale. Dopo sedute di yoga, fisioterapia, osteopatia, sono assolutamente certa che su di me l'unica terapia che funziona veramente è la cranio-sacrale. Mi bilancia. Mi riassetta. Mi scioglie. Ma lavorare sul corpo senza curare le emozioni dà effetti brevi.  Devi curarti nel profondo.

Sabato mattina ho fatto la prima seduta (cambiando terapista, causa cambio città): erano 3 anni che non andavo. Simbolo che nonostante tutto, per 3 anni non sono poi stata così male.
Finita la terapia, la donna che ha ascoltato e mosso il mio corpo mi ha detto tre cose, senza sapere nulla di me e senza conoscermi. E io sono scoppiata a piangere.
La prima è stata: sei molto stanca.
La seconda: sei piena di rabbia.
La terza: sei straordinariamente e nonostante tutto in equilibrio perché hai fatto un ottimo percorso.

Poi ha argomentato: la stanchezza e la rabbia si sentono, l'equilibrio mi è emerso quando sono arrivata al cuore. Ho visto una immagine bellissima: ho visto un lago melmoso, profondo e scuro, pieno di fango, ma dal fondo di quel lago è emersa una ninfea bellissima che mi ha dato serenità.
Poi il consiglio, cerca il significato della ninfea.
E' un'ottima cosa che tu mi abbia espresso questa immagine di te.


Cit. Il significato della Ninfea

La ninfea è un fiore particolarmente profumato ma la caratteristica che più la contraddistingue è quella di continuare ad uscire dalla melma degli stagni in cui cresce senza sporcare i suoi petali. La ninfea riesce infatti ad aprire i suoi petali e rifiorire senza mai sporcarsi di fango. Questo fa di questo fiore il simbolo della purezza.

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