14 ottobre 2020

Il profumo del tempo perduto

Le ho intravviste in un angolo nascosto del negozio e non ho potuto farne a meno. Le ho comprate. Oggi la cucina profuma di patate dolci o, come le chiamavi te, patate americane. 

Mentre ne mangiavo una con un cucchiaino, ancora calda e bollente, appena sollevata dall'acqua di bollitura sono tornata indietro di oltre 35 anni a quelle giornate dove tutto sapeva di semplicità. A quei sapori autentici e perduti con cui sono cresciuta grazie a te. 

Il pane ripieno di burro e zucchero. La torta di fecola. Il caffè filtrato e riscaldato sopra la stufa. Le castagne lessate di cui non si riusciva a togliere la buccia e le favoine che tutti chiamano lupini, con un po' di sale sopra. L'arrotolato di patate e spinaci che servivi col sugo e che facevi solo te. I ghiacciolini colorati alla fanta con gli stecchini nel porta ghiaccio del freezer. Gli schioppetti, che per gli altri sono popcorn, con le pannocchie vere che noi sgranavamo per tenerci impegnate. Il brodo con tutte le sue frattaglie, alcune orride solo agli occhi ma quanto mi piaceva il riso coi durelli di pollo. E poi le patate americane che diventavano una torta, in quell'unico tegame di metallo, che sfidava a bontà la pinza onta con i ciccioli. 

Questa eri tu, nonna. E oggi, con questo odore buono in cucina, sono ritornata a quei giorni, in cui bastava una bici scassata per girare attorno alla casa, una paletta per giocare in giardino, un cagnolino abbandonato per condividere le coccole e qualche fiaba sui generis inventata sul momento per aprire mondi magici prima di un sonno che sempre tardava a venire. 

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