8 maggio 2008

Padova 7 maggio

Divano, blu. Piccolo e scomodo. Due bicchieri di mirto aromatizzati dal sigaro senza filtro. Buio e due candele in penombra che si riflettono sul muro illuminato a stento dalla finestra della soffitta mansardata. Song degli anni Trenta e profumo di doccia e di pelle che si fonde con l'odore della casa. Il tempo non è segnato dall'orologio. Lui non lo porta e lei lo ha abbandonato sul mobile di fronte. I suoi vestiti sanno di pulito e di una dolce riscoperta ogni volta che vengono tolti dall'ultimo scaffale dell'armadio e indossati. I piedi freddi cercano un'insenatura sotto il ginocchio e gli occhi seguono il passaggio di mani del sigaro e le folate di fumo che escono dalle bocche e salgono verso l'alto. Se fosse un film non avrei dubbi: Bonnie e Clyde dopo una rapina, col bottino sparso nel letto e la pace nell'animo di due persone furbe e soddisfatte, complici e trasgressive, con la conquista negli occhi e l'amore nel corpo. Ma il fumo rimanda a una vecchia scena parigina del Moulin rouge: lei ha appena finito di ballare e si siede per togliere il fiato all'unico uomo degno di averla a fianco, già individuato con attenta osservazione mentre era sul palco a muovere la gonna piena di balze. Il collo ancora sudato tralascia una goccia che scende verso l'incavo. E tutto quello che servirebbe ora è un cubetto di ghiaccio per rinfrescare. La mente vola sempre oltre e l'immaginazione toglie da sola il fiato. In questo caso, però, la realtà vera e vissuta è molto meglio. Ha i sapori genuini di due persone che nell'intimità della loro casa, spogliati dall'essere professionisti - o fantozzianamente parlando "persone piegate al sistema" - colgono appieno il valore delle piccole attenzioni, delle cose semplici, delle abitudini mai avute, e per questo tanto desiderate e attese, dei sogni comuni e banali ma dai significati intensi. Come quello di raggomitolarsi al sole tra la sabbia calda e l'odore di vento e mare, la salsedine nei capelli e il sale sulle labbra. Di scrivere insieme un pezzo di storia di un film che nelle menti è già memoria di un percorso eccezionale e accelerato nei tempi e negli spazi. Di suonare a fianco un pianoforte a coda in una stanza sconosciuta piena di mobili antichi che odorano di storia. Di affacciarsi a una terrazza vista fiume, o meglio vista mare (quel mare) per chiudere gli occhi e ascoltare il rumore dell'acqua che s'infrange sugli scogli. Di guardare un solo film di repertorio ma ignoto a entrambi con i piedi intrecciati e un fazzoletto per asciugare le lacrime. Di divertirsi per strada in un bagno di folla e sentirsi bambini nel sorridere al mondo, incontrando l'umanità e osservandola nelle sue più strane accezioni, creando legami e relazioni e perché no, zingarando qua e là.. spontaneamente ispirati.

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