11 agosto 2010

Dire di no

Sono arrivata al punto da non sentirmi in colpa nel dire che venerdì ho preso un giorno di ferie e non sono reperibile. Sono arrivata al punto che non mi interessa se per un ipotetico articolo chiameranno lei per tappare il buco. ANch'io ora sono una tappa buchi. Ma sono la prima tappa buchi. E poi una domanda: possibile che una persona che lavora per voi da cinque maledetti anni con rimborsi spese sull'ordine dei 60 euro ogni quattro mesi e una paga lorda mensile di 200 euro (in tempi di grassa), sempre disponibile e sull'attenti in ogni momento, pur non avendo uno straccio di contratto, non abbia diritto a dire qualche no? Lo faccio perchè nonostante tutto ci spero ancora in questo posto. E' il mio sogno e prima di abbandonarlo dovranno offrirmi un altro lavoro alla pari. Tié.
Ps. ho scoperto di avere più pazienza di Giobbe. E se qualcuno osa affermare che non ho fatto la gavetta giuro, come dice mamma, che lo attacco al muro come una pelle di fico.

Nessun commento: