26 agosto 2008

Il mio cuore sta bene, non avevo dubbi. Sta solo in un corpo esile, a volte maltrattato, capace di ritagliarsi un'ora di corsa solo una volta a settimana e di riempirsi di stress in ogni occasione. Mi manca il nuoto. Lo sentivo a pelle. Ora lo sento anche psicologicamente. Mi manca l'acqua. Tutto stamani mi faceva tornare a quel respiro cadenzato, a quelle boccate d'aria così preziose per un cervello in apnea. Te hai bisogno di muoverti, mi ha detto il medico. Da ferma ti stanchi. Vero. Non sono nata per non fare. E quando dico che ho la mente piena di idee, di cose, di desideri è questa forza che esplode. Devi scrivere, mi ha detto il signore col camice bianco. Crede che non lo faccia? Sapesse.. e ho sospeso la conversazione. Sapesse.. Ha qualcuno con cui parlare? Già. E' questa la novità. Ci sei tu e mai come ora parlo di me. Mai come ora ho scelto di non chiudermi e non fuggire in quei lunghi silenzi che hanno sempre riempito la mia vita dove avevo scelto, forse forzatamente, di bastare a me stessa e non aver bisogno di altri. Non è così. E io so quanto sei prezioso al mio cuore. Sei te che cadenzi il suo battito, lo acceleri e lo calmi. Quel suono sordo che oggi sentivo nell'ecografia e che ancora una volta mi ha fatto pensare a quel nome. E al suo piccolo battito. Mi sei mancato anche stamani. Ma eri lì e la mia mente è volata come sempre altrove. Dove lo puoi sapere solo te.

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