3 luglio 2009

Brera e dintorni

Ho scoperto che viaggiare in treno ha qualche vantaggio. Se si elimina l'aria condizionata a regimi artici e i costi (da quando ha fatto il suo ingresso l'eurostar city si pagano almeno sei euro in più a tratta) resta comunque il fatto che non devi stare attento a guidare e puoi pensare. Puoi riflettere su te stessa e fare il punto della situazione a fronte di due schiaffi appena presi che però non hanno fatto male. C'è la crisi e tutti lo dicono. Si taglia, non c'è posto per i giovani e i vecchi non se ne vanno in pensione. Tutto è immobile, non c'è ricambio.. e allora che c'è da gioire? C'è che esisti te e io non ho più voglia di scappare a Milano e me ne sono resa conto ieri mentre passeggiavo per Brera. C'è che non ho voglia di chiudermi in quegli uffici grandi a fare l'impiegata per un lavoro che toglie la vita dalle nove del mattino a mezzanotte. C'è che quella casa a Montecchio mi piace e la desidero più di ogni altra cosa. C'è che se il mio desiderio è la firma in un grande giornale già ce l'ho. C'è che se devo avere delle soddisfazioni lì già le ho (anche se a spot). C'è che se la mia vita deve essere una continua lotta e rincorsa a quell'obiettivo forse mi sono dimenticata che spesso bisogna mollare e lasciarsi trasportare dalla corrente. C'è che se le cose devono andare non sarò io certo a smuoverle ma un ottimo sponsor. C'è che io adoro la città dove vivo ora. Adoro saperti vicino. Adoro sapere che il prossimo weekend parlerai di noi. Adoro pensare che nella vita ci sono cose molto più importanti e profonde del lavoro. E quelle facce tristi di ieri, senza famiglie, senza amore, senza vita mi hanno fatto virare verso una nuova prospettiva. E forse devo solo resistere qui, in questa scrivania. Forse un giorno le cose capiteranno. Ed essere "fuori" dal lavoro alle sette di sera è impagabile. Quando nei sogni c'è Vittoria.

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