19 febbraio 2009

Tempo

Ho così costantemente bisogno di te che passo più tempo a desiderarti che averti. Mi sfuggi tra le braccia la mattina ancora assonnato e ti intrufoli sotto le coperte solo a tarda notte. Viviamo di sera al buio fino alle prime luci dell'alba. Nell'attesa di quel momento, il nostro momento. Vero, sto aspettando il patatrac. Il tutto risolto. Il tutto finito. E mi godo ogni goccia del tempo che mi dedichi sapendo quali e quanti chilometri percorri per noi. Per me. Eppure sono così avidamente affamata di noi da non averne mai abbastanza. Mi manchi appena varchi la soglia. Mi manchi tutti i minuti e le ore successive. Mi manchi finché non ho la certezza che tra pochi minuti potrò rivederti. E spesso ahimé passano giorni. Per ora siamo quelli del mercoledì sera e della domenica mattina, con qualche - miracolosa e stupenda - variazione sul tema. Non vedo l'ora di essere unica. E significa che non ci sarà altra al di fuori di me.

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