9 ottobre 2008

Un po' d'aria

Strappo cinque minuti del mio tempo per me stessa e per noi. Per scrivere quello che da ieri mattina mi passa per la testa e che ho bisogno di dire. Ho ripensato a piccole cose della mia infanzia che mi hanno reso felice. Ho pensato a quell'unica volta che mio padre mi venne a prendere a scuola. Quello stupore nel vedere lui e non la baby sitter, quel sollievo nel consegnargli lo zaino e fare quattro passi verso casa raccontandogli la mattinata. Ho pensato a quel venerdì di ogni mese che mia madre aveva il giorno libero da scuola e nel pomeriggio si usciva in bici (mia sorella davanti e io dietro attenta a non inforcare i piedi nei raggi delle ruote) e si andava in quel negozio affollato di giocattoli a comperare un accessorio per le Barbie. E se ero stata brava anche un nuovo puzzle che avrei costruito la sera con mio padre pezzo dopo pezzo.
Hai il dono di svegliare emozioni che ho ben presenti nel cuore e lo fai con racconti dolcissimi di una mattinata speciale. Ti rompo sempre per sottolinearti di non rendere nulla normale e banale anche quello che potrebbe esserlo perché nella vita siamo noi a rendere ogni cosa speciale. Per come la viviamo e per come la ricordiamo. Ieri sera prima di tornare a casa ho fatto due passi in centro da sola. Mi sono presa un mucchietto di castagne e mi sono scaldata le mani. Ho passeggiato guardando in giro le persone. Le coppie. Ho visto mille romanzi nei loro occhi ma ne leggerei pochi. Ci sono sguardi spenti in giro, amore. Ci sono poche emozioni o forse la gente ne sa trasmettere poche. Ci sono vite banali, rituali, normali. Non voglio nulla di tutto ciò. Voglio emozionarmi quando andrò a prendere mia figlia a scuola. E quando aprirà un mio regalo. Voglio ricordarmi quel giorno. E voglio che lei se lo ricordi come un giorno speciale. Voglio emozionarmi ogni volta che ti vedo. Voglio che la gente in giro veda e sappia cosa siamo e proviamo.
.. e solo per ricordarci questo giorno, ho puntato i nostri numeri.

Nessun commento: