26 gennaio 2009

Io e l'altra me

Che la mia personalità fosse doppia l'ho sempre saputo. Da tempo vivo, convivo e combatto con due me stesse, assolutamente lontane ma che ho imparato ad apprezzare nelle loro sfumature, a prendere il buono che hanno e valorizzarlo in momenti inaspettati (e soprattutto privati). C'è la donna e la bimba. C'è l'angelo e il diavolo. C'è la manager e la casalinga. Il tacco e la tuta.
Se nella mia vita non avessi così ardentemente voluto scrivere, penso che avrei fatto l'attrice. Credo sia per questo, e forse per una vena innata nel recitare a soggetto anche nel quotidiano, che adoro interpretare ruoli, abbinando vestiti, gesti ed espressioni ad ogni situazione. Così mi ritrovo seduta a un tavolo con sconosciuti a discutere di progetti che ho solo fantasticato, a darmi un nome finto e vedere fino a che punto del gioco riesco a stare in pista. Mi spingo al limite del possibile per sondare la mia capacità di essere un'altra. O forse quella che realmente sono e non posso dimostrare certo in società, ovvero in quel contenitore stracolmo di regole da seguire a cui non sempre voglio sottostare. E per sfuggire ci sta anche il sogno, quello di portarti altrove ai confini delle mie, tue - e ora nostre - fantasie più nascoste. Il gioco, alla fine, se piacerà ad entrambi non potrà che stimolarne di nuove.

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